Quest’oggi si è svolta nella sala del secondo piano della Biblioteca Giosuè Carducci il secondo incontro dei quattro previsti per il ciclo primaverile di conferenze dell’Accademia. Rodney Lokay, dell’Università di Enna, ha intrattenuto il pubblico su un argomento di particolarissimo interesse: l’epitaffio di B. Castiglione in morte di Raffaello.
Introdotto dalla direttrice della rivista Spoletium, Giovanna Sapori, con la sua grande competenza e con il suo piglio da fine divulgatore, Rodney Lokaj ha trattato della grande diffusione, fra Quattrocento e Cinquecento, del particolare genere letterario costituito dagli epitaffi in memoria di uomini illustri. A vincere il concorso per la commemorazione di Raffaello fu Pietro Bembo, in una rosa di candidati fra i quali spicca il nome del grande sodale dell’Urbinate, Baldassar Castiglione. Al suo raffinato “poemetto” funebre venne preferita la concisione dei versi del Bembo, ma l’epitaffio del Castiglione è esemplare di una pratica che, inaugurata in qualche modo dal Pontano, in quegli anni assunse le caratteristiche di una vera e propria mania letteraria, come è stato rilevato nel corso degli interventi dal pubblico, criticata anche da colui che compose l’epitaffio per Filippo Lippi nel Duomo di Spoleto, Angelo Poliziano.
La conferenza, in un certo senso, avrà un seguito con quella che verrà tenuta dalla professoressa Giovanna Sapori il 5 maggio, che si sarebbe dovuto svolgere nel 2020, nell’ambito delle celebrazioni raffaellesche: La Trinità e santi di Raffaello in San Severo a Perugia.