Venerdì 21 dicembre 2012, alle ore 16.00 presso la Biblioteca comunale di Palazzo Mauri, è stato presentato il numero 48/4 della rivista SPOLETIUM.
La presidente Liana di Marco, aprendo l’incontro, ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile l’iniziativa, dal Comune di Spoleto alla Fondazione Cassa di Risparmio, alle Casse dell’Umbria, alle altre Fondazioni bancarie e private ed ai soci dell’Accademia, passando poi la parola alla coordinatrice della serata, prof.ssa Letizia Ermini Pani, che ha dato la parola al prof . Massimiliano Bassetti, dell’Università di Verona.
Il docente si è soffermato sull’articolo di Carlo Venuti, con appendice di Bruno Toscano, “La Bibbia atlantica di San Ponziano” della Biblioteca Guarnieriana di San Daniele del Friuli, sottolineando l’importanza dei manoscritti chiamati Bibbie atlantiche, secondo la definizione data ad esse da Pietro Toesca, a cui si ascrive il manoscritto in questione, che nei decenni 1080-1090 apparteneva alla basilica spoletina di San Ponziano, come cita una nota contenuta nel secondo volume. Si tratta di manoscritti così chiamati per le loro dimensioni gigantesche,che sono il risultato del un processo di unificazione dottrinale promosso dalla Chiesa di Roma al momento della Riforma gregoriana.
Il saggio di Venuti, ha sottolineato Bassetti, si è distinto per l’alto grado di approfondimento, sia dell’analisi che dell’allestimento del manoscritto, oltre che della tipologia grafica, della decorazione e della recensione testuale.
La nota di Toscano, poi, apre la strada ad una serie di ipotesi che –ha sottolineato la prof.ssa Pani Ermini- andranno approfondite per conoscere meglio la storia della chiesa e del monastero di san Ponziano di Spoleto. La studiosa ha ricordato, infatti, come la città abbia una fisionomia martiriale ormai chiara: a sud culti non spoletini e a nord il contrario, vedi Gregorio, Concordio, Sabino, Ponziano, quest’ultimo quello più sconosciuto.
La coordinatrice ha chiamato dunque il Prof. Giulio Busti, curatore del Museo regionale della Ceramica di Deruta, che, relativamente all’articolo su Spoletium a firma di Sir Timothy Clifford “Majolica made in Spoleto finally identified”, si è soffermato sullo stato degli studi ceramici in Umbria, sottolineandone la ripresa degli anni Ottanta e sulla scoperta del butto di Casteldilago, in Valnerina. Questo ritrovamento ha avuto il pregio, tra gli altri, di richiamare l’attenzione sulla ceramica spoletina; in questa città infatti sono conservati in collezioni pubbliche e private reperti che rimandano alle maioliche rinvenute a Casteldilago. Dalla metà del XVI secolo, infatti, un gruppo di ceramisti derutesi, poi dimoranti a Spoleto, costruisce una fornace che resterà attiva per circa un secolo vicino all’anfiteatro, in Contrada della Valle.
Il prof. Busti ha ripercorso, quindi, le storie dei maggiori protagonisti della ceramica umbra antica, come Mariotto di Cristoforo da Deruta e Tommaso di Pietro da Faenza, e si è soffermato sulla migrazione dei vasai – derutesi, pesaresi, faentini….- che si spostavano spinti forse da maggiori margini di guadagno.
Il curatore ha terminato il suo intervento sottolineando come Sir Clifford abbia sollecitato il fenomeno della lettura della ceramica rinascimentale, accrescendone le conoscenze e mettendone in rilievo le problematiche aperte.
La coordinatrice Letizia Ermini Pani ha evidenziato l’esigenza di approfondire lo studio sulla ceramica umbra, sui centri di produzione, sulle direzioni dei commerci, sulle fornaci attive a Spoleto, dal Medioevo in poi, e ha ricordato l’importanza dei materiali ceramici rinvenuti durante gli scavi presso la Rocca albornoziana.
La presentazione è proseguita con le argute note dell’arch. Giorgio Muratori, della Sapienza di Roma, che ha preso spunto dal saggio di Antonio Pendenza e Giuliano Macchia, dal titolo “Città aperta all’uomo” Il progetto di mobilità alternativa del centro storico di Spoleto per una digressione sulle principali questioni urbanistiche della città, su alcune delle quali ha espresso riserve e perplessità.
Interessante l’esortazione ad approfondire la riscoperta di alcune figure di architetti-urbanisti della seconda metà del secolo scorso, come Giuseppe Nicolosi, che per Spoleto ha firmato il Piano regolatore e i progetti della risistemazione della piazza del Duomo del 1953 e di altri edifici per residenze private e religiose, alcuni ancora oggi oggetto di accese diatribe.
Ha chiuso la presentazione un breve intervento del geologo Federico Venturi, che per la rivista Spoletium n. 48/4 ha scritto una nota nella sezione SCAVI E SCOPERTE, dove racconta dell’identificazione, avvenuta negli anni 1975-78, del mollusco fossile Catriceras Venturis, a cui ha dato il nome, e della lunga e travagliata vicenda che ha accompagnato questo ritrovamento.