Concerti

La musica nei saloni dei palazzi gentilizi, quando fare e fruire musica non era questione legata esclusivamente a concerti pubblici e stagioni concertistiche, quanto il modo stesso di appartenenza a un mondo: si stenterebbe a crederlo oggi, data la trasandatezza con cui spesso si trascina la vita moderna soprattutto nella scarsa attenzione che viene viepiù riservata alle arti, ma nei secoli passati uno degli aspetti distintivi dell’appartenenza a elevati ceti sociali era il culto e la pratica in prima persona delle arti, particolarmente della musica.Nobili certamente si nasceva, ma lo si diventava anche con il paziente tirocinio delle arti, che avevano lo scopo di “nobilitare” l’animo.Le cronache del tempo sia a livello locale che generale, riportano vivo il ricordo della pratica musicale svolta in prima persona: dai madrigali del Rinascimento, eseguiti a palazzo intorno ad un tavolo coinvolgendo l’intera famiglia e i precettori di musica, al nobilissimo dilettantismo musicale del Sette-Ottocento, dove il termine, lungi dall’assumere un’accezione negativa, intende invece sottolineare la dedizione operosa di chi, non musicista di professione, vive la musica quale arricchimento personale fondamentale e passione somma capace di informare di sé ogni momento. Musica da camera, dove la connotazione non sottolinea unicamente il luogo, ma l’ispirazione e l’intimità di tale produzione.Dal 2012 l’Accademia Spoletina offre a chiusura dell’anno un concerto da camera nel salone di uno dei palazzi cittadini, a ricordare un’antica tradizione sicuramente molto praticata anche a Spoleto tra i nobili, che erano anche membri dell’Accademia degli Ottusi, allora come oggi legata alla cultura musicale.