Venerdì 7 marzo alle 16,30 presso Palazzo Mauri, alla presenza della presidente Liana Di Marco, che ha ringraziato il Comune di Spoleto per il sostegno all’iniziativa, e dell’assessore alle politiche scolastiche Battistina Vargiu, si è inaugurato il ciclo delle conferenze dell’accademia spoletina per il 2014.
Il primo incontro è stato dedicato al restauro della Pala dei Francescani di Paciano, opera di Luca Signorelli, firmata e datata 1517, conservata presso la Galleria Nazionale dell’Umbria, eseguito dalla Cooperativa Coobec di Spoleto.
L’intervento del restauratore dott.Bruno Bruni, responsabile del cantiere di restauro, è stato introdotto dalla dottoressa Margherita Romano, funzionaria della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Umbria, che ha ripercorso le vicende storiche del dipinto. Si è soffermata sui precedenti restauri e sul dibattito relativo al ruolo del Signorelli e della bottega nella stesura del dipinto, sottolineando comunque come la presenza e la regia di quest’ultimo fossero confermate dall’impiego di colori a olio , indice di particolare qualità, cura e costo elevato.
L’opera, prima di tornare alla Galleria Nazionale dell’Umbria, è stata esposta nel 2012 nel Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto, nell’ambito della grande mostra dedicata al Signorelli; qui è stato allestito un cantiere di restauro aperto al pubblico ed alle scolaresche; il dipinto infatti presentava uno stato di conservazione critico per l’attacco di insetti e sollevamenti vari della pellicola pittorica, mentre permanevano diffuse lacune precedenti.
Bruno Bruni ha mostrato lo stato dell’opera prima dell’ultimo restauro e poi ha ripercorso tutte le tappe del recupero, sottolineando come si sia scelto di lasciare meno a neutro e di reintegrare di più, per una migliore resa finale dell’opera.
Si è poi soffermato sulle tecniche di indagine usate, sulle sovrapposizioni dei restauri precedenti, su quanto rimaneva della materia originale e sulle sostanze utilizzate per il restauro, oggi rispettose sempre più della materia autentica, ed infine ha approfondito il tema del recupero delle lacune. Ha dedicato ampio spazio ai numerosi problemi di interpretazione, in alcuni casi risolti con il confronto anche di opere simili, sia del Signorelli che di altri autori.
Ha illustrato, infine, il confronto tra le foto del dipinto prima e dopo la reintegrazione, sottolineando come oggi l’opera, completamente ricomposta, abbia recuperato moltissima leggibilità.